Attraversando il Ponte alla luna: le emozioni di un’avventura a più di 100 metri di altezza

Percorrere il ponte tibetano in Basilicata è un'esperienza fatta di adrenalina in circolo e paesaggi in cui la natura si fonde con l'operato dell'uomo.

Volare. Rimanere sospesi a mezz’aria. Guardare il mondo dall’alto con l’illusione di avere la libertà di un uccello.
Sono alcuni dei sogni che incuriosiscono l’uomo fin dall’antichità e che grazie alla tecnologia, un po’ di fantasia e tanto coraggio talvolta è riuscito a realizzare. Parliamo di abili Dedalo che hanno messo a disposizione della comunità mondiale il loro ingegno ma anche di chi, nell’indomabile curiosità di sfidare la natura, ha superato i propri limiti.
Lo hanno fatto, per esempio, da un lato, coloro i quali hanno costruito il Ponte alla Luna di Sasso di Castalda e, dall’altro, chi, come me, ha sempre desiderato avere la sensazione di sentirsi sospesa a mezz’aria e ha deciso di percorrerlo affrontando l’umana paura di chi si spaventa un po’ a guardare il vuoto sotto ai propri piedi.

Vi racconto questo percorso fatto per affrontare le paure delle esperienze sospese, in compagnia di alcuni amici.

Cosa fare una volta arrivati a Sasso di Castalda

L’adrenalina di lanciarsi in questa nuova avventura era tanta, ma prima di arrivare al primo ponte tibetano, abbiamo deciso di visitare il piccolo borgo di Sasso di Castalda che, situato all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, regala ai suoi visitatori un itinerario geologico fatto di roccia viva, nettamente stratificata e dai molteplici colori. Un ambiente incontaminato in cui biodiversità, abbondanti sorgenti e ampi spazi permettono di respirare a pieni polmoni la bellezza naturalistica del luogo.

sasso di castalda ponte alla luna
Una delle piccole stradine di Sasso di Castalda che conducono al Ponte alla Luna

Addentrandosi fra le viuzze è possibile osservare la connessione tra ciò che ha costruito l’uomo e ciò che era presente in natura: i piani inferiori delle abitazioni, utilizzati in passato come stalla per gli animali, sono ricavati dalla pietra così come le nicchie nei muri delle case o i terrazzi da cui godere uno spaccato paesaggistico suggestivo. Una passeggiata dentro un museo di geologia a cielo aperto che continua all’esterno del borgo con un vero e proprio itinerario di ferrate e percorsi fra le rocce stratificate del bacino di Lagonegro.

Una curiosità
Sasso di Castalda è anche il paese che ha dato i natali a Mariele Ventre, storica direttrice del coro dell’Antoniano di Bologna e collaboratrice dello Zecchino d’Oro.

Camminando e seguendo le chiare indicazioni siamo giunti alla partenza del percorso sui ponti tibetani.

I ponti tibetani di Sasso di Castalda

Il percorso dei ponti tibetani di Sasso di Castalda è composto da due ponti a passerella di assi e si sviluppa sulle sponde del Fosso Arenazzo; ha una durata di circa un’ora ma bisogna tener conto dell’affluenza di visitatori e delle pause giustamente prese per osservare il paesaggio.

Il ponte Petracca: qualche riflessione e consiglio utile

Una volta imbragati e formati a dovere, abbiano iniziato a muovere i primi passi sul ponte Petracca lungo 95 metri e sospeso a circa 30 metri di altezza.

Ponte Petracca nel paese di Sasso di Castelada
Il Ponte Petracca è il primo dei due ponti tibetani che compongono il complesso del Ponte alla Luna. Foto di Angela Rita Laganà.

Da qui, fra piccole oscillazioni e familiarizzazioni con l’attrezzatura, si giunge sul versante opposto del fosso e si può decidere se proseguire verso il Ponte alla Luna o ritornare in paese.

In questi prima trenta metri si possono imparare già molte cose ed ecco un po’ di riflessioni e consigli in base a ciò che ho appreso:

  • tutti i viaggi, metaforici o meno, cominciano con il primo passo;
  • la struttura interamente in acciaio potrebbe dare fastidio a chi è allergico a determinati metalli quindi è bene portare con se un paio di guanti;
  • anche se interamente imbracati e in sicurezza, è sempre bene prestare attenzione a come e dove vengono poggiati i piedi. Un po’ di titubanza la si avverte poggiando il piede per la prima volta sul ponte, ma, superati i primi secondi di timore del vuoto e procedendo senza fretta, si avanza gustandosi gli scenari e le emozioni che l’esperienza regala.
  • può esserci un momento di timore a metà percorso: c’è infatti uno stop che caratterizza l’attraversamento del ponte, cioè quello per sganciare e riagganciare i moschettoni della longe (il kit di sicurezza, infatti, include un imbrago alla cui destra è collegata, attraverso due moschettoni, la longe che assicura le persone al cavo d’acciaio per tutto il tragitto);
Un consiglio
Per comodità, durante il percorso, si può trascinare la longe con il braccio.
Imbracatura e longe per attraversare ponte tibetano
Il sistema di sicurezza, formato dall’imbracatura e dalla longe, utilizzato per attraversare i ponti tibetani. Foto di Angela Rita Laganà.
  • a meno che non si sia dei frequentatori abituali del luogo, è bello fermarsi e guardarsi intorno per non perdere nemmeno un attimo di questa esperienza sensoriale: il vento sul viso, il freddo metallo, le canzoni che riecheggiano nella valle e gli stornelli che rimbalzano da un ponte all’altro (talvolta pure qualche urlo o qualche fragorosa risata), gli uccelli che volano, i suoni della natura, e ancora tanto altro;
Una riflessione
Il paese a destra e i puntini che camminano sul Ponte alla Luna a sinistra si possono osservare da un punto di vista privilegiato: vale la pena dedicarvi qualche minuto di attenzione (e, perché no, qualche foto).
  • la vita è una questione di equilibri fra le parti e sul ponte la condivisione degli spazi ci insegna che un’alterazione dell’equilibrio da parte di una persona ha delle ripercussioni su chi le è vicino: evitare movimenti bruschi è una buona pratica da mettere in atto per non turbare chi sta percorrendo il ponte.
Ponte alla Luna nel borgo di Sasso di Castalda
Il sentiero che conduce al Ponte alla Luna. Foto di Angela Rita Laganà.

Il ponte alla Luna di Sasso di Castalda: un’emozione unica

Una volta terminata la prima parte del percorso, qualora si volesse continuare, basta imboccare il sentiero lungo la sponda del fosso, superare la cappella votiva della “Madonna delle Grazie” e giungere in una ventina di minuti alla partenza del “Ponte alla Luna”.

 

 

Una curiosità
Il Ponte alla Luna è un omaggio alla figura di Rocco Petrone, ingegnere della Nasa e figlio di emigrati del borgo, che ha contribuito alla missione Apollo 11. 

 

Ad accogliere i visitatori, un membro dello staff che verifica il corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza e augura un buon divertimento. A differenza del precedente ponte, qui ci siamo trovati davanti a una campata unica di 300 metri a 102 metri di altezza.

Attraversata del Ponte alla Luna.
Attraversata del Ponte alla Luna con il bellissimo panorama circostante. Foto di Angela Rita Laganà.

Probabilmente qui si percepisce maggiormente il senso di altezza e di sospensione. Di sicuro se ci si ferma a guardarsi intorno ci si rende conto, ancora una volta, dell’immenso patrimonio naturalistico cui si accede da un punto di vista privilegiato, ma guardando i propri piedi ci si domanda se li si sta mettendo nella giusta posizione (io l’ho fatto più volte!).

L’arrivo è leggermente in salita ma l’adrenalina in circolo addolcisce la fatica così come lo fa la visione dello sky-walk in vetro che permette di riprendere fiato ma anche di riperderlo fra visione del panorama e consapevolezza del percorso affrontato.

ponte alla luna dallo skyline
Ponte alla Luna ripreso dallo skyline

Suggerimenti per le riprese e le foto da fare su questo ponte tibetano della Basilicata

Da appassionata di fotografia, non posso non dare qualche consiglio a chi volesse scattare delle foto o fare delle riprese.

Per chi volesse immortalare l’esperienza con filmati e fotografie, la soluzione migliore è una action cam con stabilizzatore integrato che lasci le mani libere e che risponda a sollecitazioni esterne come il dondolio del ponte in caso di vento o di numerose persone che lo attraversano.

Essere assicurati al cavo d’acciaio, inoltre, non permette di poter effettuare un giro completo su se stessi: per foto a 360 gradi è bene dunque utilizzare un bastone per selfie assicurandosi di averlo ben fissato al polso.

Entrambi i ponti regalano interessanti scorci e inquadrature: per chi utilizza la reflex , però, è sempre bene portare un parasole e dei filtri a seconda del momento della giornata in cui si stanno scattando le foto. Sempre per questo motivo, è utile considerare la posizione della principale fonte luminosa e la presenza dell’ombra generata dalle rocce intorno al percorso. Spunti interessanti in primis per chi fa fotografia di paesaggio ma anche per ritrattistica e concettuale.

Ponte alla Luna
La reflex che ci ha accompagnato durate l’attraversata sul Ponte alla Luna. Foto di Angela Rita Laganà.

Sentieri e vie ferrate a Sasso di Castalda

Quello a Sasso di Castalda è per me un arrivederci: in agenda e in programma c’è sicuramente l’intenzione di percorrere le vie ferrate che si sviluppano nel canyon formato dal torrente Arenazzo.
Qui altri due ponti mettono alla prova i visitatori, ma questa volta non ci sono dei comodi assi su cui poggiare i piedi ma una fune per impegnativi equilibrismi della lunghezza di una cinquantina metri.

Sasso di Castalda è anche punto di partenza e arrivo del percorso escursionistico ad anello noto come Sentiero Frassati della Basilicata. Nei suoi 18 km ai piedi del gruppo montuoso Arioso-Pierfaone, tiene conto degli antichi tratturi utilizzati dai contadini locali per andare a coltivare i campi, portare il grano a macinare, raccogliere e trasportare la legna e portare al pascolo gli animali e permette agli escursionisti più o meno esperti di vivere un’esperienza di riscoperta delle antiche tradizioni.

Come arrivare a Sasso di Castalda

Se questa mia prima volta a Sasso di Castalda è stata possibile arrivando dalla Campania e percorrendo la Salerno – Reggio Calabria in macchina, diverso è il percorso da fare per chi arriva da Est, quindi dalla Puglia o da Matera. In entrambi i casi, a fare da compagno di viaggio è il paesaggio montano che incanta con scorci gradevoli e abbastanza differenziati. Il percorso è molto apprezzato anche dai mototuristi e ne è la prova la moltitudine incontrata per strada.
Le quattro o le due ruote sono il principale mezzo di trasporto con cui raggiungere il borgo visto che la stazione ferroviaria più vicina è quella di Potenza e dista una trentina di chilometri.

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