Pentedattilo, il borgo nella mano di un gigante nell’area grecanica

Una passeggiata fra storie e leggende per le vie di Pentedattilo, paese delle "cinque dita". Un piccolo borgo fantasma della Calabria che pian piano sta riprendendo vita.

Una particolare formazione montuosa che ricorda delle dita e nella quale è incastonato un piccolo borgo: è così che da lontano si vede il piccolo paese fantasma Pentedattilo (in Calabria).

Il suo nome è frutto della crasi fra le parole greche penta (cinque) e daktylos (dita) e gli è stato attribuito proprio per via di quella formazione montuosa che ricorda la mano di un gigante che si erge verso il cielo. A seguito del crollo di alcune parti della montagna non è più possibile distinguere la figura della mano del gigante e il paese sottostante è stato via via abbandonato a partire dagli anni Sessanta, ma è ancora il paese delle “cinque dita” Pentedattilo.

La formazione montuosa di Pentedattilo che ricorda la mano di un gigante dalle cinque dita.
La formazione montuosa di Pentedattilo che ricorda la mano di un gigante dalle cinque dita.

Così come altri borghi montani dell’area grecanica, anche il borgo di Pentedattilo (frazione del comune di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria), che sorge arroccato sul Monte Calvario, ha visto negli anni uno spopolamento di massa e il conseguente trasferimento delle rimanenti famiglie lungo la costa Ionica.

Come sta riprendendo vita il paese delle cinque dita

Soltanto dagli anni Novanta l’associazionismo dell’area ha permesso una valorizzazione del borgo oggi famoso per le storie dei fantasmi, per l’ospitalità diffusa e per essere la sede di un famoso festival internazionale di cortometraggi (il Pentedattilo Film Festival).

Una volta giunti al borgo dalla via principale che lo collega alla statale 106, Pentidattilo si presenta come un agglomerato di case in pietra, parzialmente distrutte, la cui disposizione non segue un ordine ben preciso e la cui ristrutturazione è stata avviata con l’intento di evitare il loro crollo definitivo.

La rete viaria che attraversa il paese consente passaggio esclusivo a pedoni e piccoli mezzi ma è proprio in queste viuzze che è nato il desiderio di conservare e tramandare i saperi di un tempo attraverso l’apertura di piccole botteghe artigianali.

Cosa vedere a Pentedattilo, paese fantasma della Calabria

Essendo un piccolo borgo, non ci sono molti monumenti da visitare, ma la magia del luogo è racchiusa nel passeggiare per le stradine e le case abbandonate, magari fantasticando su quanto vi è avvenuto o quanto su quei luoghi è stato raccontato, tra leggende e storie tramandate a voce.

Una curiosità
Se chiederete ai commercianti locali, potrete ascoltare voi stessi alcuni racconti su questo borgo dei fantasmi…

Ci sono però tre posti da non perdere. 

1. Chiesa di San Pietro e Paolo

Di origine bizantina, così come quasi tutti gli edifici religiosi della zona, si presenta con una facciata in stile neoclassico e con un  campanile a base quadrata. Al suo interno la lapide dell’arciprete Domenico Toscano e le tombe della famiglia Alberti, il cui nome è legato alla strage del 1686.

Uno scorcio della Chiesa di San Pietro e Paolo a Pentedattilo
Uno scorcio della Chiesa di San Pietro e Paolo a Pentedattilo

2. Ruderi del Castello degli Alberti

L’alone di mistero che aleggia su Pentedattilo, paese fantasma in Calabria, ha origine nella fortezza degli Alberti. Nel Castello, di cui restano oggi solo i ruderi immersi nel verde, si consumò la tragica storia che vede protagonista la famiglia feudataria Alberti e il barone di Montebello Bernardino Abenavoli.

3. Rocca di Santa Lena

La rocca di Santa Lena è una formazione rocciosa alle spalle di Pentedattilo dalla quale è possibile osservare, nelle giornate particolarmente terse, il profilo del Monte Calvario e l’Etna. Sempre nella vallata, la rocca Smiroddo e la rocca Smeraldo che, oltre ad essere luoghi di meditazione del monaco bizantino Sant’Elia il Giovane, costituiscono un insieme di monumenti naturali assolutamente da vedere.

Il borgo di Pentedattilo
Il borgo di Pentedattilo

Il percorso ad anello che dal borgo conduce alla Rocca è uno dei famosi e più accessibili itinerari di trekking dell’area grecanica.

Leggende (e cenni storici): tra i fantasmi di Pentedattilo e i suoi tesori

Nella storia di Pentedattilo la posizione del borgo ha un ruolo centrale perché lo ha definito quale punto strategico per il controllo dei traffici marittimi ma anche nodo di interscambio dei commerci nell’area grecanica. Proprio a causa di questa sua ambita posizione, fu territorio di conquista da parte di diverse popolazioni ma anche scenario di una tragica vicenda meglio nota come Strage degli Alberti.

I fatti storici si intrecciano con la tradizione orale e conferiscono al borgo un alone di magia che sovrasta il paese e attrae i turisti curiosi

Una curiosità
L’intera storia della Strage degli Alberti parte da personaggi realmente esistiti, si muove attorno a un delitto passionale e arriva ai fantasmi che oggi popolerebbero il borgo.
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Altre leggende di Pentedattilo, invece, sono spesso legate a ricchezze nascoste all’interno delle rocce, e il borgo fantasma ha così ben due storie relative ai suoi tesori.

Come arrivare a Pentedattilo

Chi volesse fare l’esperienza di una passeggiata in questo borgo fantasma della Calabria, deve però considerare che per raggiungere Pentedattilo è necessario essere muniti di mezzo privato, perché il borgo non è servito da un servizio di linea e la stazione ferroviaria di riferimento è quella di Annà (tratta ferroviaria Reggio Calabria – Taranto) che dista circa 7 km.

Dalla stazione di Annà, per gli appassionati di camminate all’aria aperta è possibile arrivare a Pentedattilo attraverso un sentiero che alterna tratti asfaltati a zone un po’ più impervie per un totale di quasi 3 ore di cammino.

Un consiglio
Il percorso a piedi è consigliato più che altro in estate e munendosi di acqua già alla partenza.

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