Panama City, una città eclettica e dai tanti volti dove vivere molte idee di viaggio

Organizzare un viaggio a Panama City è come, in realtà, organizzarne numerosi e molto diversi tra di loro. Commercialissima, la città riserva infatti incontri ravvicinati con bradipi e altra fauna del luogo e con non poche culture, tutto sotto l'ombra di un onnipresente orgoglio patriottico.

Tutto quello che prima di partire sapevo sull’America Centrale, lo sapevo grazie al realismo magico di tanti romanzi divorati fin da bambina. E, in effetti, gli edifici in perfetto stile coloniale del Casco Viejo, gli uomini e le donne che, nei giorni festivi soprattutto, passeggiano per le sue strade ancora nei vistosi abiti tradizionali non possono che richiamare quelle ambientazioni.

Da buona capitale dell’omonimo Stato, però, Panama City è una città piena di contrasti e pronta a stupire a ogni angolo. Forse alla fine del vostro viaggio così, come me, ricorderete soprattutto la Panama del distretto finanziario con i suoi grattacieli, i casinò, gli hotel, i centri commerciali di lusso frequentati soprattutto da turisti stranieri e il traffico a ogni ora del giorno e della notte o, al contrario, la Panama della natura rigogliosa e prepotente che, anche nel cuore di una metropoli, non manca di riservarti incontri speciali come quello (fin troppo) ravvicinato con un bradipo

La capitale dello stato del Panamà è una meta ideale, insomma, per un turista eclettico, alla ricerca di avventure, desideroso di immergersi nell’anima latina, ma senza rinunciare, allo stesso tempo, a un tocco cosmopolita e a dei ritmi di vita all’occidentale.

Cosa vedere a Panama City: tra shopping e tramonti al Casco Viejo

Romanticamente attaccata all’idea di ritrovarvi i miei beniamini letterari, le strade polverose e vocianti di Macondo, la mia visita di Panama City comincia comunque dal Casco Viejo. È la vecchia zona entro le mura della città di Panama, dichiarata anni fa patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Una passeggiata nel Casco Viejo, visitando la Chiesa di San José e arrivando alla Plaza de Francia

Oggi è popolata per lo più da turisti, ma tra i bassi edifici colorati e in perfetto stile coloniale – per la maggior parte rinnovati ad arte proprio dopo il boom turistico del quartiere – è possibile scorgere ancora case e appartamenti abitati da gente del posto: spesso ai piani superiori, per lasciare spazio al livello della strada a botteghe di artigiani e a onnipresenti negozi di souvenir acchiappaturisti, potreste accorgervi della loro presenza soprattutto dal vociare operoso degli inquilini o, più spesso, dalla musica ad alto volume che fa da tappeto a ogni attività della città.

Panama City
I tradizionali edifici in stile coloniale del Casco Viejo di Panama City. Foto di Virginia Dara

Passeggiando tra i vicoli del Casco Viejo, non è difficile imbattersi comunque anche in gatti sonnecchianti e artisti che dipingono in strada quadri coloratissimi con cui, chi padroneggia l’arte del contrattazione, può chiudere ottimi affari.

Panama City
Il vecchio centro storico della città di Panama è il luogo ideale dove fare affari se si ama l’arte. Foto di Virginia Dara

Come già si accennava, però, il Casco Viejo è anche il luogo ideale in cui immergersi nelle tradizioni di Panama City. Qui per esempio, la domenica soprattutto e nei giorni festivi, le donne e gli uomini indossano ancora gli abiti tipici. Per le prime è la pollera: un lungo abito di cotone bianco, arricchito da disegni che rappresentano flora e fauna locale, completato da vistosi accessori per i capelli in oro e madreperla e generalmente portato durante le feste religiose, secondo una tradizione di origine andalusa.

pollera abiti tradizionali panama
Una sfilata in abiti tradizionali panamensi.

Seppure più raramente, gli uomini vestono invece la guayabera, una tradizionale camicia di cotone o lino, con due o quattro tasche anteriori e attraversata da alforzas, piccole pieghe verticali.

Una passeggiata al Casco Viejo non può concludersi, comunque, senza una visita alla Chiesa di San José.
Non serve che siate credenti o professanti. Quello di cui vi accorgerete presto durante il vostro soggiorno a Panama City è, infatti, che la città vive un rapporto tutto proprio con la religione, in cui sacro e profano si mischiano fino a diventare indistinguibili e per cui le componenti folklore e mistero sono irrinunciabili: niente a cui non dovreste essere abituati da sempre, se siete cresciuti in provincia nel profondo Sud Italia.

Un consiglio
Se avete la fortuna di visitare San José con un abitante del posto, lasciatevi raccontare insomma la sua personalissima versione della leggenda sull’altare d’oro posizionato di fronte all’ingresso principale della chiesa: ognuno in città ne conosce almeno una.

Tutte partono dallo stesso punto: l’incursione del pirata Henry Morgan che, sul finire del Seicento, rappresentò uno spartiacque essenziale nella storia di Panama e diede alla città l’attuale forma abitativa. L’altare della Chiesa di San José al Casco Viejo è uno dei pochi tesori urbani che riuscì a sopravvivere alle razzie della sua ciurma, grazie – si dice – all’astuzia di un prete: secondo qualche versione della leggenda, poco prima dell’arrivo di Morgan, questi dipinse infatti completamente di nero l’altare, raccontando al pirata che l’originale era stato rubato durante un precedente assedio e convincendolo addirittura a donare un’ingente cifra per sostituirlo; un’altra leggenda racconta invece che lo stesso parroco, per difendere il prezioso altare dalle grinfie del pirata, ne nascose i pezzi in mare e li recuperò solo in un momento successivo.

Chiesa San Josè Panama
L’altare aureo della Chiesa di San José è oggetto di tante leggende che hanno a che vedere con la fondazione del nuovo centro abitato della città. Foto di Virginia Dara

Prima di lasciare il Casco Viejo, merita una visita anche Plaza de Francia, una delle tante punte sul mare di Panama City: qui delle lapidi ricordano il contribuito che i francesi diedero alla costruzione del Canale di Panama, ancora oggi una delle risorse economiche più strategiche per la città e per lo Stato; una statua commemora il medico francese che, per primo, isolò e provò a debellare la zanzara responsabile della febbre gialla e delle ex prigioni sotterranee sono state riconvertite di recente in negozi, teatri, luoghi di svago.

Proseguendo da Plaza de Francia, una passeggiata lungo il Paseo de Las Bóvedas permette di ammirare da lontano il famoso Ponte delle Due Americhe e di scorgere le navi in fila per attraversare il Canale di Panama: quando e se deciderete di visitare il Mirador Miraflores, vi renderete conto infatti che le regole da rispettare per tagliare attraverso il Canale di Panama sono più ferree, e a tratti macchinose, di quanto si immagini.

Se non volete avere, però, come solo ricordo di questa zona i turisti che provano in ogni modo a scattare il perfetto selfie di gruppo o i venditori ambulanti che, con la stessa insistenza, vogliono vendervi prodotti chiaramente industriali come pregiati manufatti del posto, fermatevi in un chioschetto e chiedete acqua di cocco o un raspado, una sorta di granita latinoamericana disponibile in tanti gusti quanto fornito di sciroppi sarà il vostro rivenditore: una pausa rinfrescante è la sola ragione per cui gli autoctoni la frequentano (raramente, va detto).

paseo de las bovedas panama
Da Plaza de Francia, nel quartiere vecchio di Panama City, si arriva sul Paseo de Las Bovédas: una passerella con vista sullo skyline della città. Foto: Wikimedia

Di opportunità per fare shopping al Casco Viejo, del resto, non ne mancano: basta immergersi nei vicoli per ritrovarsi, quasi per caso, in botteghe dell’antiquariato, piccoli negozi di artigianato locale ma, anche, in boutique che hanno saputo ben interpretare una certa fascinazione per la cultura indios.

Mangiare, bere e divertirsi al Casco Viejo, come veri abitanti locali

A proposito di eclettismo e capacità di trasformarsi continuamente, il Casco Viejo è uno di quei quartieri di Panama City che dopo il tramonto cambia volto, si ripopola di abitanti del posto e diventa il cuore della movida grazie ai numerosi locali dall’aspetto e dalle proposte fusion.

Mangiare al Casco come farebbero dei veri locali, significa soprattutto fare una tapas al Tantalo: il locale, in stile industrial-chic, ha all’interno murales di icone della cultura latino-americana ormai diventate pop, serve un mix di piatti tipici della cucina locale e dal sapore decisamente più internazionale e, come molti bar della città, è attento alla causa del plastic-free; soprattutto, però, Tantalo ha una terrazza panoramica da cui osservare i tetti del Casco e la Cinta Costera con i suoi grattacieli al suono di musica fusion e sorseggiando un cocktail modaiolo.
Se non fosse per lo skyline della città, e per il volume della musica sempre di qualche decibel di troppo, a un certo punto potreste avere l’impressione di essere in un qualsiasi locale sui Navigli.

Panama City
Il Tantalo è uno dei locali più in voga del Casco Viejo e frequentato tanto da turisti, quanto da locali. Foto di Virginia Dara

Decisamente più originale e senza dubbio folcloristico è, invece, il Mercado de Mariscos. Non c’è guida di viaggio sul Panamà che non includa questo mercato del pesce nella top ten delle attrazioni di Panama City: qui è possibile assaggiare le specialità del luogo, dalla frittura di pesce a una speciale zuppa considerata miracolosa per curare i postumi di una sbornia, passando per l’immancabile cevice, pesce marinato e servito con frutta tropicale e chips di platano o yucca.

Se proprio non volete perdervi questa tappa, ritagliatevi del tempo di giorno e preparatevi a chiudere gli occhi su standard igienici che non sono certo dei più alti: anche durante il vostro viaggio nel Panamà, insomma, non mancheranno posti e momenti migliori per mangiare del buon pesce (potreste farvelo cucinare a vista e gustarvelo direttamente in spiaggia durante il vostro tour delle isole San Blas, per esempio).

Piatti tipici di Panama
Tra i piatti tipici della zona, e più in generale della cultura ispanica, esistono diverse versioni del cevice: pesce marinato e servito con chips di platano o yucca. Foto di Virginia Dara

La Cinta Costera: dove (e come) osservare lo skyline della città

Tra i consigli per visitare Panama il più onesto, almeno da parte di una persona abituata da sempre a usare come personalissima coordinata per orientarsi la posizione del mare, è comunque ridimensionare le proprie aspettative verso l’incontro con l’oceano, soprattutto se si tratta del primo incontro con l’oceano.
A Panama City, infatti, la sua è una presenza discreta e silenziosa: certo, muoversi a piedi o in macchina sulla Cinta Costera vi porterà a vederlo, ma il vostro sguardo potrebbe essere attratto soprattutto dai grattacieli che dominano lo skyline della città. Si tratta per lo più di hotel di lusso – quello col profilo a vela è l’ex Trump Hotel, ora nella catena Marriot –, sedi di banche e istituti finanziari, centri commerciali e casinò.

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Lo skyline di Panama City visto dalla Cinta Costera. Foto di Virginia Dara

Se non siete intenzionati a fare shopping di lusso o a giocare d’azzardo, uno dei pochi modi per vedere Panama City dall’alto potrebbe essere così salire fino al dehors dell’Hard Rock Café: la terrazza panoramica del locale, sempre affollato di turisti e appassionati di musica, permette di godere di una vista unica sulla città e ripaga dalla fatica di ritrovarsi davanti a cimeli delle star del rock, sempre uguali in qualsiasi Hard Rock Café del mondo.

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La vista dalla terrazza panoramica al sessantaduesimo piano dell’Hard Rock Café Panama. Foto di Virginia Dara

Come muoversi a Panama City

A proposito di distrazioni, nel traffico caotico della Cinta Costera potreste veder sfrecciare autobus cittadini dal corpo colorato e spesso decorato con scene di film, personaggi reali o inventati che fanno parte della cultura popolare o figure religiose e con luci e decorazioni luminose che ne suggeriscono il nome (spesso quello della madre di chi lo conduce o non di rado di amici e familiari morti). Sono i cosiddetti Diablo Rojo, spesso usati da chi vive a Panama City anche e soprattutto per raggiungere la provincia, e guidati da autisti dalla guida a dir poco sportiva: per questo, sì, è senza dubbio più piacevole guardarli passare a gran velocità nel traffico della Cinta che viaggiarci sopra.

autobus tradizionali panama
I cosiddetti Diavoli Rossi sono gli autobus tradizionali e coloratissimi a bordo di cui si muovono gli abitanti di Panama City.
Un suggerimento
Più in generale, per muoversi in città i mezzi pubblici non sono forse la soluzione più sicura: meglio scaricare Uber prima di partire e preferirlo anche ai taxi gialli della città, anche per una questione economica.

Una città e tanti contrasti: dietro l’angolo della Panama moderna c’è una Panama popolare (e povera)

È probabile che per arrivare sulla Cinta Costera o tornarne indietro, soprattutto se chi guida il veicolo su cui vi trovate è del posto, per evitare un po’ di traffico si percorrano strade secondarie e che affacciano su quartieri più popolari della città, come Calidonia. È in questo frangente che ci si rende conto davvero dei profondi contrasti che rappresentano l’anima più genuina della città di Panama.
Case ed edifici in completo stato di abbandono, costruzioni con tetti in lamiera abitati da più famiglie o da famiglie numerose, venditori ambulanti di qualsiasi genere alimentare e bambini che giocano scalzi in strada rappresentano l’altra medaglia di un’urbanizzazione repentina e a tratti non sostenibile.

Uno scenario simile, tra l’altro, a quello di molti sobborghi – uno tra tutti, il distretto di San Miguelito – che si scorgono mentre, sulla highway, ci si allontana dal centro della città.

Alla scoperta del volto naturalista della città di Panama

Con ogni probabilità, del resto, per scoprire quanti più lati possibili della personalità della città di Panama, bisognerebbe allontanarsi dal centro e dalle zone più frequentate dai turisti. L’istmo del Panamà è caratterizzato, per esempio, da una grandissima biodiversità e ospita flora e fauna molto variegate che, come si accennava, rappresentano delle grandi attrazioni per gli amanti della natura. La foresta pluviale è, in particolare, il grande tesoro del Paese, nonostante l’urbanizzazione incontrollata dell’ultimo secolo – di cui si è già detto – rischi di creare danni sistemici e con ripercussioni sul clima, sull’abitabilità della zona da parte di specie animali e vegetali una volta caratteristiche.

Il parco nazionale metropolitano: tra bradipi e altri animali nazionali

Panama City vanta, in questo senso, quella che è forse la più grande porzione di foresta pluviale all’interno di una città: il Parque Metropolitano è grande infatti oltre 260 ettari e dista appena dieci minuti dal centro. Lo si può visitare da soli o accompagnati da una guida e i suoi due sentieri, per quanto lunghi, non presentano particolari difficoltà e possono essere percorsi da tutti, anche dai più piccoli: basta vestirsi nel modo adeguato, indossare scarpe da trekking soprattutto nella stagione delle piogge e portare con sé dei liquidi.

Flora Panama
La stagione secca è uno dei periodi migliori per ammirare la flora del Parque Metropolitano, un’ampia porzione di foresta pluviale nel centro della città di Panama. Foto di Virginia Dara

Esplorando il parco si possono osservare fiori e alberi tipici della foresta pluviale semidecidua o farsi avvicinare da animali come iguane, pizote e bradipi.

Proprio l’oso perezoso è uno degli animali nazionali del Panamà: se avete pensato sempre alla sua lentezza nei movimenti come qualcosa di estenuante, visitando il parco con una guida, avrete modo di scoprire che dipende per lo più dalla dieta poco nutriente e molto pesante e potreste cominciare a provare, finalmente, un po’ più di simpatia – o persino un po’ di invidia – per un animale che passa gran parte della sua vita a dormire perché ha mangiato troppo.
Se non bastasse questo a empatizzare con la famiglia di osi perezosi del Parco Metropolitano di Panama City, tenete conto che alcune ricerche condotte sulla pelliccia del bradipo hanno permesso di scoprire che la stessa ospita alghe e muschi che potrebbero essere utili nella lotta a forme tumorali e a malattie infettive.
Sulla strada per il Parco potrebbe capitarvi, comunque, di imbattervi in un bradipo intento ad attraversare la strada: fermatevi e aiutatelo prendendolo in braccio, ogni anno non sono rari infatti gli incidenti che li vedono vittime  della guida poco attenta dei panamensi.

Tra gli altri animali nazionali del Panamà, le farfalle – e in particolare una specie caratteristica dalla colorazione blu intensa – quando non svolazzano nel mariposario del Parco, sorprendono i visitatori poggiate su un fiore. Il Parco comunque, soprattutto nelle prime ore del giorno, è un luogo ideale per gli amanti del bird watching: tante specie di uccelli, tra cui coloratissimi tucani, lo abitano.

Panama city pizote
Il pizote è uno degli animali in cui più facilmente si imbatte chi vista il Parco Nazionale Metropolitano. Foto di Virginia Dara

Una visita all’area protetta di Punta Culebra e una sosta sulla Causeway

Decisamente più a misura di bimbo è, invece, la visita al Centro Naturale di Punta Culebra: gestito dall’Istituto Smithsonian, conta numerose attività didattiche alla scoperta di flora e fauna del posto tra cui uno lo spazio interamente dedicato alle rane.

Qui, anche se siete grandi e un po’ cresciuti per rimanere a bocca aperta davanti a illustrazioni che spiegano come un girino si trasformi in una rana adulta, potrete scoprire interessanti curiosità, come il fatto che le civiltà pre-colombiane che abitavano il Paese le consideravano un animale protettore, tanto che ancora oggi, nonostante siano forse la specie più minacciata dalla presenza dell’uomo, le rane sono un simbolo del Panamà.

Il percorso didattico di Punta Culebra passa anche per l’antica area di quarantena dove venivano portati gli operai del Canale che, lavorando alla sua costruzione, si ammalavano di febbre gialla, prima ancora che la malattia fosse identificata.

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Punta Culebra fu per molti anni un’area di quarantena che accoglieva gli operai che lavoravano alla costruzione del Canale di Panama colpiti da febbre gialla. Foto di Virginia Dara

Prima o dopo la visita di Punta Culebra, ci si potrebbe fermare sulla Causeway, una strada rialzata che collega quattro isolotti al largo della città e che è molto frequentata da chi vive a Panama per fare attività sportive, prendere il sole o concedersi una passeggiata al fresco della brezza oceanica, oltre che ben popolata di ristoranti e pub alla moda.

Appena fuori da Panama City: come cogliere lo spirito dello stato del Panamà

Più ci si allontana dalla città di Panama, se la durata del viaggio lo permette e non si hanno difficoltà negli spostamenti, e più le esperienze si fanno inaspettate, uniche nel proprio genere e – è proprio il caso di dirlo – educative rispetto al passato, più o meno recente, del Paese.

L’area archeologica di Panama Viejo

Panama Viejo, per esempio, è il primissimo insediamento di Panama City risalente al primo ventennio del Cinquecento, quando la città era l’unico presidio spagnolo sulla costa del Pacifico e un indispensabile crocevia per il mercato di metalli preziosi provenienti soprattutto dal Perù. Come già si è accennato, la zona fu attaccata negli anni Settanta del Seicento dal pirata Henry Morgan e da allora lasciata in totale stato di abbandono, tanto che per secoli i panamensi saccheggiarono quello che restava dell’antica città e ne ricavarono materiale da costruzione, fino a quando l’UNESCO non dichiarò la zona di interesse culturale.

Di Panama Viejo rimane, così, oggi solo una zona archeologica: rispetto alle aree archeologiche se siamo abituati a visitare in Italia o in Europa, niente al suo interno è ormai facilmente riconoscibile, persino l’originaria pianta della città è andata perduta e, tra tutti gli edifici, il meglio conservato è la Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione.

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I resti della Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione, nell’area archeologica di Panama Viejo. Foto di Virginia Dara
Due consigli
Sarebbe utile, anziché andarvi direttamente, programmare la visita all’area archeologica di Panama Viejo, avendo cura di non arrivare molto oltre l’orario di pranzo dal momento che già in serata la zona non è tra le più raccomandabili da frequentare da soli e senza la compagnia di locali. In secondo luogo, si dovrebbe essere sicuri di non soffrire il caldo, anche quello afoso della stagione secca, e tenere in considerazione il dover camminare molto. Per i visitatori più pigri, i gestori del parco mettono a disposizione un treno che percorre tutta l’area archeologica.

Il mercato dell’artigianato: cosa comprare a Panama

Se a un certo punto comunque si avrà bisogno di prendersi una pausa da caldo e fatica, lo si può fare visitando l’adiacente Mercado dell’Artesanias. Qui è possibile acquistare, a prezzi moderati, praticamente tutti gli oggetti di artigianato tipici del Paese, dagli animaletti in legno di cocobolo prodotti nel Darién a cesti intrecciati e maschere votive rappresentanti anch’esse animali sacri confezionati dalle popolazioni indigene degli emberà, passando per le molas, stoffe colorate rappresentative della cultura Guna Yala, e per l’immancabile cappello Panama.

l Mercado dell’Artesanias a Panama City
l Mercado dell’Artesanias è il luogo ideale per comprare souvenir e altri oggetti tipici dell’artigianato del Paese. Foto di Virginia Dara

Una breve storia del copricapo Panama: solo per errore un simbolo della città

In città non mancano certo posti in cui acquistare un panama, il tradizionale cappello bianco, a falde larghe realizzato con fibre di palma toquilla (o palma nana). Anche in questo caso ogni panamense interpellato avrà da consigliare trucchi diversi su come riconoscerne uno di qualità da uno di cattiva fattura, commerciale, spesso pensato come souvenir per turisti.

Quello che prima di visitare il Panamà e Panama City in molti ignorano completamente è, però, che il panama non è il copricapo tradizionale del Paese: prodotto in Ecuador, prese questo nome perché la città fu per anni il principale snodo commerciale per le esportazioni verso l’Occidente e a rafforzare il legame del copricapo con la città fu il fatto che Roosevelt decise di indossarlo per presenziare all’apertura del Canale di Panama.

Panama City
In città si trovano praticamente ovunque panama, cappelli a falde larghe e in fibra di palma nana prodotti, però, originariamente in Ecuador e solo esportati dal Paese. Foto di Virginia Dara

Il vero cappello tradizionale del Panamà, però, è il sombrero pintado, decorato con i colori nazionali (il blu e il rosso) e da portare alzato sulla fronte.

sombrero pintado panama
Meno conosciuto dell’iconico panama, è il sombrero pintado il vero copricapo tipico del posto. Foto: Wikimedia

Il Ponte delle Americhe

Attraversando l’Avenida Balboa, che porta fuori dalla città, si intravede e ci si può fermare a osservare il Ponte delle Americhe, un ponte ad arco in ferro attraversato ogni giorno da oltre 35mila veicoli e, per questo, tra gli snodi di traffico più importanti della città. La sua costruzione, interamente finanziata dall’America, è collegata alle vicende della costruzione del Canale di Panama: ci si accorse, infatti, in itinere che la città di Panama e quella di Colón sarebbero rimaste inevitabilmente divise dal progetto originario francese e ciò poneva problemi già per lo spostamento delle squadre operaie.

La costruzione del ponte impiegò dieci anni, dal 1952 al 1962, e per lungo tempo, prima dell’inaugurazione nei primi anni del Duemila, fu l’unico ponte a collegare l’America del Nord e l’America del Sud.

Ponte delle Americhe
Per molto tempo il Ponte delle Americhe fu, come suggerisce lo stesso nome, l’unico ponte a collegare le due Americhe. Oggi è uno degli snodi automobilistici più importanti per il Paese. Foto di Virginia Dara

Il Cerro Ancon: il punto più alto di Panama City

Se per tutta la durata della vostra visita di Panama City, alzando gli occhi al cielo, avete visto svettare la bandiera dello stato del Panamà e vi siete chiesti da dove lo facesse, prima di ripartire potreste far tappa al cerro Ancon. Con la sua altitudine di quasi 200 metri sul livello del mare è il punto più alto della città di Panama. Situato tra una zona residenziale e la cosiddetta Zona del Canale, dove si trovano ancora oggi uffici amministrativi e di rappresentanza del Canale di Panama, è coperto di vegetazione e contribuisce ad alimentare il verde della città. Dopo aver fatto qualche incontro ravvicinato con la fauna del posto, tutt’altro che spaventata dalla vicinanza di uomini e macchine, la visita può tranquillamente essere veloce e durare giusto il tempo di qualche scatto al panorama o qualche selfie ricordo.

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Il cerro Ancon è il punto più alto della città di Panama, da cui è possibile veder sventolare la bandiera dello Stato. Foto di Virginia Dara

L’onnipresenza della bandiera bianca, blu e rossa è del resto con ogni probabilità l’immagine, più vivida, che vi porterete dietro di una città che è eclettica e per molti versi esterofila, sì, ma che non perde mai occasione per ostentare patriottismo.

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