Grotte di Castelcivita: quando la natura è uno spettacolo

Cavità naturali nel Cilento, le Grotte di Castelcivita sono un luogo pittoresco, dove formazioni rocciose createsi nel corso di millenni lasciano nel visitatore una piacevole sensazione di stupore.

Mi ha sempre affascinato l’idea di esplorare il sottosuolo, di scoprire cosa c’è sotto ai nostri piedi e, in un pomeriggio di mezza estate, ho visitato insieme ad alcuni amici la cavità naturale che si trova alle pendici dei Monti Alburni e che nasconde un piccolo spettacolo del Cilento: le Grotte di Castelcivita, in provincia di Salerno.

Era un pomeriggio di mezza estate, sì, ma stranamente nuvoloso e, fallita l’idea di trascorrere del tempo in spiaggia, ci siamo chiesti cosa vedere nel Cilento, scoprendo così questo affascinante complesso carsico; formato da una serie di cavità che si intrecciano tra di loro, esso sorprende chi si domanda: quanto sono lunghe le Grotte di Castelcivita?

grotte di castelcivita
L’interno della Grotte di Castelcivita in una foto di Angela Rita Laganà.

Infatti, le Grotte di Castelcivita sono lunghe 8000 m (come affermato dal responsabile del complesso, Michele Iorio, in una puntata di “Geo”), di cui sono visitabili ben 4800 m (come riportato sul sito delle Grotte).

Due percorsi da seguire per scoprire le Grotte di Castelcivita

I percorsi che i visitatori possono scegliere di percorrere sono due:

  • il primo è quello turistico, ha una durata di circa un’ora ed è visitabile tutto l’anno; è inoltre accessibile a tutti perché permette di muoversi su di una comoda pedana in cemento;
  • il secondo, quello speleologico-amatoriale, si percorre in circa 3 ore e lo si può esplorare solo da maggio a ottobre poiché nei mesi invernali le grotte sono inondate di acqua.
percorsi grotte di castelcivita
Una tabella luminosa, posta all’inizio del percorso, indica come si dividono le Grotte di Castelcivita.

Entrambi i percorsi sono adatti sia ad adulti che a bambini e, in ogni caso, c’è sempre una guida esperta che accompagna i visitatori.

Oltre ai due tratti visitabili dai turisti, vi è un terzo percorso riservato solo agli speleologi in quanto molto difficile da percorrere (per attraversare alcuni tratti, per esempio, è necessario utilizzare corde per arrampicarsi).

Fantasiose formazioni negli ambienti delle Grotte del Cilento

La sensazione che si ha percorrendo i cunicoli delle Grotte di Castelcivita è quella di ritrovarsi in un luogo magico, magari in una delle location dei film di Harry Potter, dove l’attività erosiva dell’acqua ha creato nel corso dei millenni formazioni bizzarre.

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Uno degli ambienti all’interno delle Grotte di Castelcivita. Foto di Angela Rita Laganà.

Queste formazioni rocciose sono formate dall’insieme di stalattiti e stalagmiti, elementi composti da calcite (un minerale costituito da carbonato di calcio neutro).

Qualche info in più
Le stalagmiti e stalattiti sono formazioni minerali e, mentre le stalattiti si sviluppano dall’alto verso il basso, le stalagmiti si formano dal basso verso l’alto.

Dopo lentissime attività che durano millenni, quando stalagmiti e stalattiti si uniscono formano inoltre delle colonne, che offrono alla vista uno spettacolo ancor più particolare se possibile.

colonne nelle grotte di castelcivita
L’unione di stalagmiti e stalattiti formano delle colonne. Foto di Pina Meriano.

I vari ambienti delle Grotte di Castelcivita, chiamati “Sale“, sono stati inoltre ribattezzati con dei nomi che ne identificano una caratteristica ben precisa, anche molto fantasiosa.

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Uno degli ambienti all’interno delle grotte di Castelcivita. Foto di Pina Meriano.

Le prime due sale che si incontrano sono la Sala del castello, così chiamata perché le stalagmiti hanno creato nel corso dei millenni quello che sembra avere, appunto, la forma di un castello, e la Sala del coccodrillo, per via di una formazione calcarea che nella forma ricorda la testa di un coccodrillo.

visitatori grotte di castelcivita
Visitatori che attraversano una delle passarelle all’interno delle grotte.

Un’altra, poi, è la Sala pozzi acido carbonico, dove è possibile vedere la cosiddetta cascata, una formazione morfologica che ricorda proprio una cascata, caratterizzata però da vari colori (bianco, giallo, verde…). Questa sala deve il suo nome alla presenza, al suo interno, di un tunnel che porta a due pozzi dove si riscontra una forte concentrazione di anidrite carbonica.

Le pareti delle Grotte di Castelcivita, comunque, sono perlopiù di un colore scuro: questo è dovuto al materiale piroclastico che le eruzioni del Vesuvio e dei campi flegrei hanno rilasciato durante violenti eruzioni.

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Alcuni dei particolari effetti luminosi dovuti alla presenza di minerali e materiali differenti all’interno delle Grotte di Castelcivita. Foto di Pina Meriano.

Nelle Grotte di Salerno non solo geologia ma anche scoperte archeologiche

Il fascino delle Grotte di Castelcivita, però, non è solo nel complesso di cavità e di formazioni rocciose dalle forme più strane di cui si è appena detto: durante campagne di scavo, infatti, furono ritrovati reperti (come rudimentali strumenti in pietra) che testimoniano la presenza dell’uomo in questi ambienti naturali già ben 40mila anni fa circa! È stato possibile individuare questo dato, definendo che l’ultima presenza dell’uomo in queste cavità naturali vi è stata 40mila anni fa anche perché è allora che giunsero le ceneri di una potente eruzione dei Campi Flegrei chiudendone l’ingresso.

Qualche info in più
I vulcani rappresentano un elemento importante della Campania, dal complesso Somma-Vesuvio ai Campi Flegrei e, persino, all’isola di Ischia. Proprio a causa di potenti eruzioni, tra l’altro, la morfologia di alcune aree della Campania si sono modificate in modo significativo nel corso dei millenni.

All’ingresso delle Grotte del Cilento, così, vi sono proprio delle testimonianze della presenza dell’uomo di Neanderthal e di come organizzava le sue giornate.

area archeologica grotte di castelcivita
Una zona, all’ingresso delle Grotte in provincia di Salerno, testimonia la presenza dell’uomo in quel luogo già millenni addietro.

Luogo di storia e leggenda: le Grotte di Spartaco

Se ci fosse bisogno di altro per indurre la curiosità di visitare le Grotte di Castelcivita, si può aggiungere, ancora, che esse sono anche note come Grotte di Spartaco.

Le guide che conducono i visitatori tra i cunicoli delle Grotte, infatti, raccontano anche di come, secondo una leggenda, nel 71 a.C. il gladiatore romano Spartaco si rifugiò insieme alla moglie e ad alcuni guerrieri proprio all’interno di queste cavità, dopo aver perso una battaglia contro le truppe romane.

Secondo un’altra leggenda, Spartaco aveva nascosto un tesoro all’interno delle Grotte di Castelcivita, e fu proprio questo tesoro a spingere i primi esploratori a entrarvi per scovarlo.

I primi esploratori delle Grotte di Castelcivita: la drammatica storia dei fratelli Ferrara

Purtroppo, però, le Grotte di Castelcivita sono note anche per una triste storia di cronaca, che viene anche raccontata dalle guide durante la visita e che, devo dire, mi ha colpito molto.

Il 7 febbraio 1889 due giovani fratelli di Controne (un paese poco distante da Castelcivita), Giovanni e Francesco Ferrara, si addentrarono nelle Grotte con delle lucerne a olio. Dopo circa mezz’ora di cammino, come racconterà poi Giovanni in un manoscritto, giunsero nella Sala Pozzi acido carbonico, dove le lucerne si spensero a causa della forte concentrazione di anidrite carbonica. Rimasti al buio, i due fratelli, pur essendo molto vicini all’ingresso delle Grotte, persero l’orientamento e rimasero lì bloccati per sei giorni.

Sentendo il tonfo di gocce di acqua in quel che doveva essere un laghetto poco distante, i due giovani fratelli decisero di fermarsi dove si trovavano per il timore di cadere e annegare. Al quinto giorno, avendo sete, Giovanni si avvicinò verso il laghetto e, provando a tornare indietro, finì con l’allontanarsi dal punto in cui era suo fratello. Da quel momento i due fratelli si divisero.

Quando Giovanni udì le voci dei soccorritori cominciò a urlare cercando di farsi sentire e si spostò a carponi verso le voci che udiva. Quando fu ritrovato dai soccorritori gli venne dato immediatamente del pane e fu portato fuori e poi a casa dai suoi genitori. Suo fratello, intanto, era ancora disperso nelle grotte. Due giorni dopo, il 14 febbraio, fu ritrovato vivo anche Francesco ma, durante il tragitto verso casa, morì.

Nonostante questa triste vicenda svoltasi in questi ambienti, però, le Grotte di Castelcivita sono sicuramente un luogo che chi va alla scoperta del Cilento non può non visitare, magari cogliendo l’occasione per visitare, in una stessa giornata, anche il complesso archeologico di Paestum, che dista soltanto 25 km e che merita assolutamente di essere visto!

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