Come si vive l’isolamento causato dal COVID-19? I racconti di Stefano, Debora e Carmen

Stefano, Debora e Carmen non si conoscono, vivono in città diverse e hanno storie molto differenti: li abbiamo contattati per una condivisione di vari punti di vista ed esperienze su come si vive l'isolamento causato dal COVID-19.

L’isolamento causato da COVID-19 non ci permette di fare molte cose, non ci permette per esempio di incontrarci di persona. Il digitale però ci offre degli strumenti per superare in parte queste restrizioni e vederci almeno a distanza. Proprio approfittando di queste possibilità abbiamo chiacchierato in videochiamata con diverse persone per scambiare opinioni, sensazioni e storie sul particolare e complesso momento che stiamo vivendo e su questo che

«sembra un po’ uno scenario apocalittico».

È con queste parole che si esprime Stefano, uno studente di Napoli che ha condiviso con noi percezioni e aneddoti su questo periodo, come anche Debora, illustratrice di Milano, e Carmen, progettista d’interni di Caserta.

Come si vive l’isolamento causato dal COVID-19, quali sono le percezioni sul periodo?

Lo spirito con cui si affronta l’isolamento è molto diverso per queste tre persone, che non si conoscono tra loro e che ci restituiscono un piccolo, esemplificativo, spaccato dei sentimenti e dei pensieri che stanno popolando le case degli italiani in queste settimane.

Stefano ci dice che non sta vivendo malissimo questo periodo:

«mi sto godendo la casa, mi godo tutto quello che mi appartiene».

Parole completamente diverse, che rispecchiano uno stato d’animo meno sereno, sono invece quelle di Debora, che quando le chiediamo quali sono le sue percezioni relativamente alla diffusione del coronavirus ci risponde: «è un casino! […] non sai mai se arrivi a domani».

Carmen, pur riconoscendo che «è un momento duro un po’ per tutti, sia a livello economico, che a livello emotivo», aggiunge anche: «mi ritengo fortunata perché fondamentalmente ho una casa […], insomma non vivo situazioni di disagio».

inc asa durante il coronavirus
Carmen durante la nostra chiacchierata.

Punta così l’attenzione su un elemento importante, ovvero su quanto influisca sul modo di affrontare la situazione la convivenza con altre persone, in particolare la complicità e l’armonia che si ha con esse.

Col sorriso e molto senso dell’umore, Carmen riflette anche su come, dopo questo lungo periodo di isolamento, cambierà il modo in cui si sceglierà il proprio compagno o la propria compagna:

«secondo me la domanda da porsi quando si conoscerà qualcuno è: “ma con questa persona posso andare in quarantena?”, non più “posso sposarmelo?”».

Stare in casa 24h su 24h

Vivere 24h su 24h con qualcuno, infatti, è ovviamente molto diverso dal viverci insieme avendo i propri tempi e propri spazi (si pensi a come quelli lavorativi fuori casa, per esempio, creino una pausa o un poter staccare dalla convivenza in qualche modo), può rivelarsi meno semplice. Debora ci dice proprio che sente molta mancanza dei propri spazi e che si trova a dover lavorare da casa, dividendo il computer con sua figlia, che ne ha bisogno per seguire le lezioni a distanza.

in casa durante il coronavirus debora
Debora durante il collegamento da Milano.

Come sottolinea Carmen, comunque, non è nemmeno facile vivere 24h su 24h con se stessi, trovandosi da soli in casa.

Ecco che quindi – specie quando non è stato possibile continuare il proprio lavoro da casa – ci si è cimentati, in modi diversi, per tenersi occupati e riempire le giornate con svariate attività. L’isolamento causato da COVID-19 è stato l’occasione per fare cose che non si facevano da molto o per impararne di nuove, come sottolineato anche da Stefano, che ha trovato qualcosa di positivo anche in questa situazione.

Trovare spiragli di ottimismo, a ogni modo, non vuol dire che si viva tranquillamente questo periodo, anzi, le mancanze sono numerose. Cosa manca di più in questo momento? Tra le cose che sembrano mancare di più a tutti e tre ci sono il vedere le persone care (la mamma di Carmen, per esempio, vive a pochi metri da lei ma non può incontrarla) e l’essere liberi di uscire per una passeggiata, per andare al mare, in montagna o andare in bici.

Questo periodo ci insegnerà qualcosa?

Le mancanze che più si sentono in questo momento e la repentinità con cui la vita di ciascuno è cambiata da un giorno all’altro dovrebbero essere motivo di riflessione e di un cambiamento futuro.

Ma questo periodo ci insegnerà davvero qualcosa?

Secondo Carmen

«cambierà ben poco, perché il vero cambiamento si ha solo se si vuole»

E probabilmente non tutti rifletteranno allo stesso modo su se stessi, sul modo in cui vivevano prima, sui valori e gli affetti che dovrebbero avere la priorità sul resto, ecc.

Il pensiero di Debora è ancora più radicale a tal proposito. Infatti, Debora crede che non cambierà nulla, perché c’è molta resistenza nelle persone al soffermarsi a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni (ci parla, infatti, di come la chiusura delle scuole, quando la diffusione del coronavirus in Italia era ancora a stadi iniziali, non ha portato le persone a considerare la gravità della situazione che si andava sviluppando).

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Stefano durante la nostra chiacchierata via Skype.

Diverso è il pensiero di Stefano, invece, che ritiene che i cambiamenti avverranno soprattutto nei rapporti interpersonali, nel modo di dedicarsi agli altri, perché la lontananza e questo senso di mancanza probabilmente ci segneranno in qualche modo. E aggiunge:

«Vietato abbracciarsi è una delle frasi più brutte che ho sentito in vita mia.»

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