I Bronzi di Riace: due guerrieri venuti dal mare

Rinvenuti nel Mar Ionio, i Bronzi di Riace sono simbolo di Reggio Calabria e tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica. Due statue avvolte dal mistero, che hanno un inestimabile valore.

Ritrovarsi a tu per tu con i Bronzi di Riace, ritrovarsi a tu per tu con un pezzo di storia della città di Reggio Calabria. Succede questo a visitatori e turisti quando, dopo esser passati da un’area di sanificazione, varcano la porta della sala dedicata alle due grandi statue bronzee rinvenute nel 1972 nei fondali della costa ionica.

Ho visitato il Museo che le ospita innumerevoli volte e in diverse occasioni per accompagnare amici venuti a trovarmi. Potevo non farlo con gli amici e i colleghi di Frame Zone? Fra le visite al Museo è proprio grazie a Frame Zone che ho avuto la fortuna di accedere alla sala delle due statue da sola, solo io di fronte a loro, ed è di questa esperienza unica che con Francesco Bottino provo a raccontarvene alcuni aspetti.

Dove si trovano i Bronzi di Riace

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC) ospita i Bronzi di Riace dal 1981, da quando dopo il restauro avvenuto a Firenze (durato dal 1975 al 1980) e l’esposizione a Roma nel 1981, sono tornate in città per essere collocate in ambiente climatizzato e poste su basi munite di accorgimenti antisismici. Da allora, a parte il temporaneo spostamento del 2010, quando in seguito ai lavori di ristrutturazione del Museo sono state trasferite per un restauro aperto al pubblico nelle sale di Palazzo Campanella di Reggio Calabria (sede del Consiglio regionale della Calabria), le due statue bronzee si trovano lì, in silenzio, a raccontare con i segni lasciati dall’erosione marina un pezzo di storia della Magna Grecia e a ricordare ai reggini le loro origini.

Il ritrovamento nel mare di Riace

Il rinvenimento dei Bronzi è avvenuto nell’agosto del 1972, a Riace Marina, quando nel corso di un’immersione l’appassionato subacqueo Stefano Mariottini, vide emergere dalla sabbia un braccio e riconobbe la presenza di due statue in bronzo. Stupito dal singolare rinvenimento, iniziò la spola fra la superficie e il fondale per provare a rimuovere la sabbia che ricopriva i due guerrieri ma ciò che appariva ai suoi occhi era evidente: aveva davanti a sé due statue in bronzo e un pezzo di storia.

Bronzi di Riace ritrovamento mare
La statua B recuperata dal mare. Fonte: Wikipedia

La scoperta venne subito segnalata alla Soprintendenza e le statue portate in superficie dopo pochi giorni con la collaborazione del Nucleo Subacqueo dei Carabinieri di Messina.
Si pensa siano finite nei fondali del mar Ionio in seguito all’affondamento dell’imbarcazione che le trasportava ma non si esclude che siano state gettate in mare durante una burrasca per alleggerire la nave.

Cosa rappresentano le due statue?

I Bronzi di Riace, oltre ad essere tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica, sono divenuti simbolo della città di Reggio Calabria. Prodotte con la tecnica della fusione a cera, le statue raffigurano due uomini nudi, originariamente armati di scudo e lancia, alte quasi 2 metri.

Bronzi di riace riproduzione
Rappresentazione grafica di come potevano essere in passato i Bronzi di Riace. Fonte: Repubblica.it

Dalle analisi effettuate sulle terre di fusione presenti dentro le statue e dalle tecniche di lavorazione del bronzo, la loro realizzazione viene fatta risalire a una bottega del Peloponneso nella metà del V sec. a.C.. Le ipotesi sulla provenienza, sulla datazione e sugli autori delle statue sono comunque molteplici e diverse.

Di sicuro però, così come per tutta la produzione statuaria in bronzo, anche queste statue furono commissionate per destinazioni pubbliche quali santuari o piazze delle poleis greche. L’aspetto solenne assunto dalle due statue e la posa eroica sono tipiche della rappresentazione per estensione delle divinità; i personaggi raffigurati, infatti, venivano elevati dalla loro virtù al livello delle divinità e per questo offerti come dono votivo nei santuari.

La Statua A: l’oplita Polinice

La prima statua che accoglie turisti e visitatori nella sala dei bronzi è la Statua A raffigurante Polinice, un oplita della fanteria dell’antica Grecia incaricato di battersi in formazioni chiuse. La Statua A è alta 1 metro e 98 centimetri e segue lo schema della ponderazione tipico delle statue del suo periodo. La gamba sinistra è avanzata con il piede saldamente appoggiato a terra, le spalle sono orizzontali e la testa sembra compiere un movimento deciso verso il braccio destro.

Bronzi di Riace - l’oplita Polinice
La Statua A rappresenta Polinice, un soldato greco.

La mano di quest’ultimo trattiene un’asta (non presente nella composizione statuaria e probabilmente persa durante il trasporto in mare) tra l’indice e il medio e il peso di questa è scaricato a terra come testimonia il solco nella muscolatura dell’avambraccio.

Bronzi di Riace primissimo piano polinice
Primissimo piano del bronzo A

Lo spessore medio del bronzo di questa statua è di circa 8.5 mm, le ciglia sono realizzate con una lamella di rame dentellato e la sclera degli occhi in calcite bianca. I denti che si scorgono fra le labbra in rame sono in argento. La ricca capigliatura è trattenuta da una fascia e i riccioli della barba sono stati fusi e applicati in un secondo momento rispetto alla realizzazione della statua stessa per conferire volume alla composizione.

La Statua B: il re guerriero Eteocle

A pochi metri dalla Statua A si trova il re guerriero Eteocle, noto come Statua B. Anche in questo caso la nudità eroica del guerriero armato segue lo schema a chiasmo per trasmettere un senso di ordine ed equilibrio nella composizione.

Il Bronzo B rappresenta il re guerriero Eteocle.

Trattandosi di un guerriero armato, il braccio sinistro è piegato a sostenere uno scudo (anche questo perso in fase di trasporto o comunque intenzionalmente smontato prima del trasporto per motivi logistici), mentre la mano destra, leggermente più inclinata rispetto a quella della statua A, doveva sostenere un’asta.

Bronzi di Riace Etocle mezzo busto
Mezzo busto della statua B

La testa del re guerriero risulta deformata verso l’alto come a fornire un appoggio per un elmo di tipo corinzio, anche questo non rinvenuto.

Lo spessore medio del bronzo è di 7.5 mm, la lega utilizzata per le due statue è costituita essenzialmente da rame e stagno ma nella statua B è possibile trovare traccia di un’altra lega. Infatti, il braccio destro della statua B, danneggiato in epoca romana, venne rifatto utilizzando una lega con forte percentuale di piombo.

La visita al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC)

Come precisato in apertura, i Bronzi di Riace si trovano all’interno del nuovo Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC). Questo si trova a Palazzo Piacentini, edificio progettato al fine esclusivo dell’esposizione museale e con affaccio sulla centralissima Piazza De Nava e sul panoramico lungomare Falcomatà.

Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Il biglietto d’ingresso, acquistabile esclusivamente all’interno del Museo, comprende un percorso espositivo in cui è possibile ammirare reperti provenienti da tutto il territorio calabrese, la visita alla sala dei Bronzi e l’accesso alle mostre temporanee che puntualmente arricchiscono l’offerta del Museo.

L’area è molto ben servita da un punto di vista dei trasporti, perché è nei pressi della stazione ferroviaria Reggio Calabria Lido e della stazione marittima che collega Calabria e Sicilia. La struttura, così, è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici ma è possibile arrivarvi anche con i mezzi privati che è possibile parcheggiare nelle aree circostanti.

Il fascino della maestria artistica, della storia e del resistere al tempo

Il racconto dei Bronzi dei Riace è inevitabilmente molto descrittivo se si vuole scendere nel dettaglio delle loro caratteristiche scultoree, delle loro origini, del loro posizionamento. Eppure, quando ci si ritrova ad ammirarli nella sala che li ospita, le parole vengono meno e si finisce per subire un enorme fascino, quello della loro imponenza e quello del mistero che avvolge il loro ritrovamento, i pezzi mancanti, il loro essere stati nei fondali marini per così tanto tempo, i talentuosi scultori che le hanno modellate…
È proprio il fascino di ognuna di queste cose che rende i Bronzi di Riace unici nel loro genere, contribuendone ad alimentare il loro inestimabile valore, non solo per la Calabria ma per tutto il nostro Paese.

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